Sabato 21 marzo a Castello Pasquini doppio appuntamento con Sandokan dei Sacchi di Sabbia, premio UBU 2008
Il tavolo di una cucina, cinque grembiuli da cuoco e poi mestoli, padelle, forchettoni. Sul campo di battaglia è schierato un novello esercito di Mompracem, composto da ravanelli, verza, carote e patate. Una originalissima versione “al vegetale” del romanzo di Emilio Salgari, SANDOKAN torna insieme ai suoi prodi al Castello Pasquini di Castiglioncello, sabato 21 marzo, in mattinee alle ore 11(biglietto 3 euro) e in serale alle 21,30 (biglietto 5 euro) per uno degli appuntamenti più divertenti di Armunia, adatto anche alle famiglie con bambini. Un lavoro proposto dai Sacchi di Sabbia, scritto e interpretato da Giovanni Guerrieri, in scena insieme ad altre quattro tigri della Malesia: Gabriele Carli, Giulia Gallo, Enzo Illiano, Giulia Solano. Spettacolo rivelazione presentato in estate a Inequilibrio, il festival di Armunia, lo scorso 26 gennaio a Milano, ha ricevuto il Premio Ubu 08 "per il complesso di un'attività caratterizzata dalla vivacità di una scrittura condotta con freschezza creativa e irridente, giunta con Sandokan o la fine dell'avventura a un nuovo capitolo di una ricerca sincera, lunga e appassionata” Lo spettacolo è liberamente tratto da Le Tigri di Mompracem di Emilio Salgari. Il luogo in cui si svolge l'azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. SANDOKAN sposta l’azione dalle esotiche atmosfere asiatiche ad una semplice cucina; che diventa improvvisamente regno della perla di Labuan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. In scena, attori che sminuzzano, tagliuzzano, affettano, mescolano: un crescendo culinario che culmina nella frenesia della battaglia, combattuta a colpi di cucchiai di legno come spade, e grattugie come cannoni. Una bacinella piena d’acqua diventa il mare del Borneo, e al posto dei cannocchiali, i rotoli di carta Scottex. SANDOKAN diventa un gioco attraverso il quale sacchetti di carta, coltellini, tritatutto assumono nuovi significati e nuove funzioni, sotto il segno della creatività e dell’evasione dalla realtà. “L’idea di base – commenta Guerrieri – è di rimanere fedeli all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico); ma, attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso, lo spettacolo è una satira di costume e al tempo stesso un elogio all’immaginazione. Che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare.”.
Teatro